Voce del verbo Amare
Ritrovata la penna d'avorio, che un tempo era la bacchetta con cui s'acconciava i capelli, lo spirito di una donna nata in un piccolo villaggio Inuit, è in grado di scrivere la sua storia, ch'ebbe inizio nel Circolo Polare Artico, sull'isola di Ellesmere, ed ebbe fine sul fondale lacustre del lago Hazen. Un tentativo, quello di Kwanita, di raccontare ai posteri sotto quale forma possa esistere la vita dopo il decesso del corpo fisico; sostenendo che, quel che nasce nel cuore e dal cuore si espande, permane. Non sa morire il suono dell'amore vero; trovando sempre la vibrazione migliore per essere udito da colui che ha orecchie per intendere, e che davvero intenda.
Prova anche tu, ad ascoltare.
Martina Zampolli nasce a Ferrara, nel 1982. Negli anni si avvicina al mondo della scrittura e dell'arte, arrivando a pubblicare nel 2016 il suo primo romanzo: "I messaggi di Celeste" e nel 2018 una breve raccolta di filastrocche per bambini: "Storie di bolle E di sapone". Con "Voce del verbo Amare" l'autrice intende offrire un testo capace di rappresentare quella percezione talmente illusoria e allo stesso tempo reale, spesso insita in ognuno di noi, che possa esistere per l'anima una dimensione senza fine.